mercoledì 28 maggio 2008
giovedì 15 maggio 2008
Il muro
Cosa ci sarà dietro quegli occhi?
Dietro alle parole dette ci sarà la verità riconosciuta.
Me lo domando mille e mille volte e non so rispondermi.
Un muro impenetrabile i tuoi occhi che distolgono lo sguardo.
E tu scivoli via, inafferrabile, come il tempo che sembra fuggirti, portando via anche la mia comprensione di te.
Dietro alle parole dette ci sarà la verità riconosciuta.
Me lo domando mille e mille volte e non so rispondermi.
Un muro impenetrabile i tuoi occhi che distolgono lo sguardo.
E tu scivoli via, inafferrabile, come il tempo che sembra fuggirti, portando via anche la mia comprensione di te.
martedì 29 aprile 2008
giovedì 24 aprile 2008
martedì 22 aprile 2008
L'incipit del mio libro
Da " Mio padre mi chiamava Luna"
Mio padre mi chiamava Luna.
Ed il mio cuore batte forte ogni volta che ci penso.
Mi ritornano in mente le tante serate spese nel chiacchiericcio fitto dei nostri ricordi.
La luce spenta, la finestra aperta, il bagliore discreto della sfera argentata. Lui disteso nel suo letto ed io seduta accanto a lui, a gambe incrociate, a raccontarci.
Chissà se fu in uno di quei momenti che sovrappose me alla luna. Mi piace pensare che fu così.
In quelle serate così nostre, i contorni della stanza sfumavano, il pudore della notte nascondeva ogni oggetto sgradito alla nostra vista e come degli attori, soltanto noi restavamo illuminati dall’eleganza di quel lieve fascio di luce.
Quante cose ci dicemmo. Recuperammo un’esistenza.
Avevo attraversato la mia vita nell’attesa di quei momenti ed essi arrivarono solo alla fine della nostra storia. Ma non ho rimpianti. C’è un momento per tutto, ed il nostro arrivò allora, e questo deve bastarmi.
Io ho vibrato. E può non capitare mai in un vita mal interpretata.
Un battito.
Mio padre mi chiamava Luna.
Ed il mio cuore batte forte ogni volta che ci penso.
Mi ritornano in mente le tante serate spese nel chiacchiericcio fitto dei nostri ricordi.
La luce spenta, la finestra aperta, il bagliore discreto della sfera argentata. Lui disteso nel suo letto ed io seduta accanto a lui, a gambe incrociate, a raccontarci.
Chissà se fu in uno di quei momenti che sovrappose me alla luna. Mi piace pensare che fu così.
In quelle serate così nostre, i contorni della stanza sfumavano, il pudore della notte nascondeva ogni oggetto sgradito alla nostra vista e come degli attori, soltanto noi restavamo illuminati dall’eleganza di quel lieve fascio di luce.
Quante cose ci dicemmo. Recuperammo un’esistenza.
Avevo attraversato la mia vita nell’attesa di quei momenti ed essi arrivarono solo alla fine della nostra storia. Ma non ho rimpianti. C’è un momento per tutto, ed il nostro arrivò allora, e questo deve bastarmi.
Io ho vibrato. E può non capitare mai in un vita mal interpretata.
Un battito.
Etichette:
Il mio libro - Mio padre mi chiamava Luna,
M. Cristina
lunedì 21 aprile 2008
Mi trovo ad immaginare mondi che dovrei conoscere lontano anni luce dal profumo della Primavera.
E’ così convinto di vivere.
E ride e ha paura di sapere che esiste.
E sento il richiamo di ciò che è mio e non mi posso fuggire.
E sogno improbabili storie.
E un cagnolino che ha per nome due cuffie.
E interminabili musiche.
E l’illusione.
E l’ultima scena altamente spettacolare.
martedì 15 aprile 2008
Noi Italiani Solitamente Non Leggiamo a Fondo...
Troppo centrata su te stessa? Temo proprio di si; già te lo dissi! Prova a rileggere e capirai cosa volevo dire, cosa volevo comunicarti! L'appoggio che cercavo, quello che non hai voluto cogliere! Questa volta il pavone sei tu! E hai perso un colpo...
LEGGI!
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Now playing: Queen & David Bowie - Under Pressure
via FoxyTunes
LEGGI!
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Now playing: Queen & David Bowie - Under Pressure
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giovedì 27 marzo 2008
Una Giornata a Lungo Attesa
I miei piedi ciondolano,
Mi aggrappo alla ciambella che serra il torace,
Lentamente saliamo...
Al culmine trattengo l'aria,
E partiamo a velocità folle!
Loops, avvitamenti,
La mia testa, povero contenitore
Del mio bene più prezioso,
Scalcia come un mulo testardo.
Rallenta la motrice e scendo,
Mi alzo in piedi...
Barcollo.
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Now playing: Drowning Pool - Let The bodies hit the floor!
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martedì 18 marzo 2008
Filamenti di Luci Colorate
Il mio tempo,
Quell'irrintracciabile linea
Che sfugge al mio controllo,
Lo dedico ancora a te!
Perdendo, quel poco che trovo,
Con polpastrelli tremanti che volano sulla tastiera...
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Now playing: vanessa carlton - thousand miles (interlude), a
via FoxyTunes
Quell'irrintracciabile linea
Che sfugge al mio controllo,
Lo dedico ancora a te!
Perdendo, quel poco che trovo,
Con polpastrelli tremanti che volano sulla tastiera...
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Now playing: vanessa carlton - thousand miles (interlude), a
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mercoledì 12 marzo 2008
LA NOTTE
La notte, addentrandosi furtivamente, scopre e rivela tutta la verità.
Nascondendo agli occhi la tua vera natura con il suo buio affascinante e misero.
Nascondendo agli occhi la tua vera natura con il suo buio affascinante e misero.
martedì 4 marzo 2008
" IL TEMPO "
Ci fu un tempo dove
C’è stato un tempo dove
Poi è arrivato
E ancora dopo quello che non basta mai.
C’era un tempo dove
E
C’è
C’è un unico tempo.
giovedì 21 febbraio 2008
Ogni promessa è debito....
Lettera aperta ai miei due amici Polle e Paolo, ossia, i miei Castore e Polluce.
Oggi sono venuta a trovarvi, voi siete troppo pelandroni e tocca sempre a me muovermi.
Ma vi perdono, siete due omaccioni un po’ mollicci, non è colpa vostra è che io ho un’altra tempra, sono una donna!
Comunque mentre con la mia macchina cantavo a squarciagola per esorcizzare la noia della strada che mi separava da voi ho capito quanto mi mancate.
I miei due amici, i compari di letteratura, scrittura e voglia di raccontarsi. Ma come ci siete capitati in quel posto dimenticato da Dio e dagli uomini. Vedete che è come dico io? Nella vita c’è sempre una legge di compensazione. Insomma finalmente arrivo e vi ritrovo. Tutte e due superbamente folli. Ognuno alla sua scrivania, annoiati ma vitali. Vi abbraccio forte. Sono felice di vedervi, non so voi ma fa uguale. L’atmosfera è quella di sempre, l’alchimia si ricrea istantanea.
Dopo il solito lauto pranzo della mensa ci ritiriamo a chiacchierare nella vostra angusta stanza. Luogo ameno ma ci siete voi e diventa quasi bella.
Paolino legge le ultime pagine del mio nuovo libro, Pollino come al solito mi aiuta con il blog: due santi. Superate questi due prime incombenze si passa ai soliti dibattiti. Vi guardo parlare, ridere, attaccarmi, canzonarmi, siete due beceri denigratori ma vi adoro e questo evidenzia una patologia masochista del mio superbo carattere. Siete diversi eppure simili. L’inappellabile testimonianza che anche nel vostro genere (quello maschile) ci può essere qualche cosa di buono.
Parlare con voi mi ricarica, mi fate ridere e riflettere. Mi sento accolta, non sempre condivisa ma il vostro sforzo di comprendermi è encomiabili, e raro.
Rifletto sul perché sto così bene con voi, è una sensazione che comprende molte sfumature ma so qual è la risposta più importante: con voi mi sento libera. Posso dire scemate o cose profonde, sbagliare, inchiodarvi a verità ostiche, ridere od essere triste senza dovermi censurare. E questo mi sembra un regalo meraviglioso.
Non siete due uomini normali o forse siete quello che gli uomini sarebbe normale che fossero, non lo so, ma so che vi voglio bene, benissimo e sono felice di essere il terzo elemento di questo strampalato terzetto.
Vi stampo un grande bacio sui guancioni.
Alla prossima amici miei e mi raccomando andate a scoprire la storia dei due gemelli sopra citata, troverete elementi interessanti.
Sono troppo colta, troppo intelligente, mi sa che tra i tre siete voi i più fortunati, quante perle di saggezza da questa splendida donna….ohibò!!
Oggi sono venuta a trovarvi, voi siete troppo pelandroni e tocca sempre a me muovermi.
Ma vi perdono, siete due omaccioni un po’ mollicci, non è colpa vostra è che io ho un’altra tempra, sono una donna!
Comunque mentre con la mia macchina cantavo a squarciagola per esorcizzare la noia della strada che mi separava da voi ho capito quanto mi mancate.
I miei due amici, i compari di letteratura, scrittura e voglia di raccontarsi. Ma come ci siete capitati in quel posto dimenticato da Dio e dagli uomini. Vedete che è come dico io? Nella vita c’è sempre una legge di compensazione. Insomma finalmente arrivo e vi ritrovo. Tutte e due superbamente folli. Ognuno alla sua scrivania, annoiati ma vitali. Vi abbraccio forte. Sono felice di vedervi, non so voi ma fa uguale. L’atmosfera è quella di sempre, l’alchimia si ricrea istantanea.
Dopo il solito lauto pranzo della mensa ci ritiriamo a chiacchierare nella vostra angusta stanza. Luogo ameno ma ci siete voi e diventa quasi bella.
Paolino legge le ultime pagine del mio nuovo libro, Pollino come al solito mi aiuta con il blog: due santi. Superate questi due prime incombenze si passa ai soliti dibattiti. Vi guardo parlare, ridere, attaccarmi, canzonarmi, siete due beceri denigratori ma vi adoro e questo evidenzia una patologia masochista del mio superbo carattere. Siete diversi eppure simili. L’inappellabile testimonianza che anche nel vostro genere (quello maschile) ci può essere qualche cosa di buono.
Parlare con voi mi ricarica, mi fate ridere e riflettere. Mi sento accolta, non sempre condivisa ma il vostro sforzo di comprendermi è encomiabili, e raro.
Rifletto sul perché sto così bene con voi, è una sensazione che comprende molte sfumature ma so qual è la risposta più importante: con voi mi sento libera. Posso dire scemate o cose profonde, sbagliare, inchiodarvi a verità ostiche, ridere od essere triste senza dovermi censurare. E questo mi sembra un regalo meraviglioso.
Non siete due uomini normali o forse siete quello che gli uomini sarebbe normale che fossero, non lo so, ma so che vi voglio bene, benissimo e sono felice di essere il terzo elemento di questo strampalato terzetto.
Vi stampo un grande bacio sui guancioni.
Alla prossima amici miei e mi raccomando andate a scoprire la storia dei due gemelli sopra citata, troverete elementi interessanti.
Sono troppo colta, troppo intelligente, mi sa che tra i tre siete voi i più fortunati, quante perle di saggezza da questa splendida donna….ohibò!!
martedì 12 febbraio 2008
Soluzione all'Indovinello
Alzati gli occhi al cielo, in una tersa nottata di gennaio, finalmente capì chi era! Sdraiato, come dopo l'ultima fatica, vide Orione trasformarsi da combattente arcigno a leggiadra farfalla. Era solo una questione di prospettive...
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Now playing: Lole Y Manuel - Tu Mira
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