Alessandro compie 18 anni. Non so se si rende conto che da oggi la sua vita cambierà radicalmente. Dentro di lui la consapevolezza arriverà gradualmente ma la società ed i suoi individui dal 21 novembre 2007 lo considereranno un adulto a tutti gli effetti. Ti auguro di farcela a trovare nella tua vita la serenità e la felicità che io nella mia ho incontrato poche volte ed in modo discontinuo. Non so se prima o poi leggerai queste poche righe nelle quali sto cercando di dirti che ti voglio bene e te ne vorrò sempre nonostante ultimamente non comunichiamo. In questo momento sono molto concentrato su di me e non credo che riuscirei a darti molto di più di quel poco che ti do. Del resto anche tu, credo, sei sotto il fuoco di milioni di sollecitazioni, alcune delle quali richiedono attenzioni speciali. Come già sai sto scrivendo un libro di cui, come regalo personale, ho deciso di postare una piccola parte dell’attuale introduzione, sperando che prima o poi giunga alla tua personale attenzione e che ti possa essere di aiuto nella tua vita da adulto. Un grande bacio. Papà
Da una parte l’esuberanza, la voglia di vivere, il vigore, l’energia che deve manifestarsi, la bellezza della scoperta, le ferite più profonde e indelebili unitamente al timore, ai condizionamenti educativi, alla paura che ti costringe comunque a stare da una parte nel turbinio della vita che esplode, e dall’altra la solitudine della non appartenenza, il dolore del corpo, la disperazione del pensiero che si rincorre, la consapevolezza della morte, il panico della paura.
E in mezzo? Il ponte ad arco e le sue uniche funzioni, le due vie esclusive umanamente percorribili, una sopra ed una sotto.
Sul ponte osservavo la lontananza e la bellezza del mondo.
Mi sentivo protetto, costantemente rassicurato dalla solidità della struttura, ingegnosa, che delineava il percorso e la direzione e che, magicamente, mi consentiva di saltare oltre il vuoto sottostante. In un attimo o poco più avrei potuto abbracciare non solo la visione e la sua indotta emozione ma avrei toccato, palpato, annusato, mi sarei riempito i polmoni di aria reale, e tutti i racconti sarebbero svaniti in un momento, lasciando libero lo spazio solo per la vita, e proprio lì, adesso, in quel preciso istante, dall’altra parte, sentire dentro una morsa allo stomaco, il segno tangibile ed inalienabile dell’emozione dirompente che si fa pensiero, mentre all’unisono, voltandoti, non potrai fare a meno di ricordare tutta la vita fino ad ora e lì, di nuovo, una morsa allo stomaco, devastante, nel tentativo di riempire i polmoni e il cuore dell’aria dei sogni e della sua esclusiva compagnia.
Ecco, ora ho provato il primo vero dolore.
Ma il mondo era tutto dispiegato davanti a me, maestoso, variegato, allettante.
Sotto il ponte osservavo le tenebre e l’essenza della terra.
Mi ero costruito una barca su misura, perfetta, incredibilmente efficace.
I pericoli potevano magicamente essere ignorati e comunque era sotto che dovevo guardare, e stare in superficie lo stretto necessario per sopravvivere.
Ai lati la vita naturale era costantemente nascosta, e tutte le attrazioni si calamitavano spontaneamente ad innescare il bisogno di comprendere, e tutte le emozioni potevano essere analizzate e finalizzate.
Che sensazione idilliaca!!!
Ogni nuovo stadio di consapevolezza accendeva nel corpo la ridondanza del godimento e la mente poteva condurre nel tempo e nello spazio le emozioni, e le sensazioni che ne partorivano potevano essere mantenute e convogliate in ogni direzione, e da questa estasi si poteva ricercare un’altra estasi, diversa, inesorabilmente più intensa, più orgiastica, più onnipotente.
Ero solo, esclusivamente con me stesso, ma il mondo era tutto dentro di me, onirico, magnifico, unico.”
Io preferisco vivere in superficie anche se sono naturalmente attratto dai processi che conducono alla comprensione delle cose nei quali spesso mi rifugio.