mercoledì 28 maggio 2008
giovedì 15 maggio 2008
Il muro
Cosa ci sarà dietro quegli occhi?
Dietro alle parole dette ci sarà la verità riconosciuta.
Me lo domando mille e mille volte e non so rispondermi.
Un muro impenetrabile i tuoi occhi che distolgono lo sguardo.
E tu scivoli via, inafferrabile, come il tempo che sembra fuggirti, portando via anche la mia comprensione di te.
Dietro alle parole dette ci sarà la verità riconosciuta.
Me lo domando mille e mille volte e non so rispondermi.
Un muro impenetrabile i tuoi occhi che distolgono lo sguardo.
E tu scivoli via, inafferrabile, come il tempo che sembra fuggirti, portando via anche la mia comprensione di te.
martedì 29 aprile 2008
giovedì 24 aprile 2008
martedì 22 aprile 2008
L'incipit del mio libro
Da " Mio padre mi chiamava Luna"
Mio padre mi chiamava Luna.
Ed il mio cuore batte forte ogni volta che ci penso.
Mi ritornano in mente le tante serate spese nel chiacchiericcio fitto dei nostri ricordi.
La luce spenta, la finestra aperta, il bagliore discreto della sfera argentata. Lui disteso nel suo letto ed io seduta accanto a lui, a gambe incrociate, a raccontarci.
Chissà se fu in uno di quei momenti che sovrappose me alla luna. Mi piace pensare che fu così.
In quelle serate così nostre, i contorni della stanza sfumavano, il pudore della notte nascondeva ogni oggetto sgradito alla nostra vista e come degli attori, soltanto noi restavamo illuminati dall’eleganza di quel lieve fascio di luce.
Quante cose ci dicemmo. Recuperammo un’esistenza.
Avevo attraversato la mia vita nell’attesa di quei momenti ed essi arrivarono solo alla fine della nostra storia. Ma non ho rimpianti. C’è un momento per tutto, ed il nostro arrivò allora, e questo deve bastarmi.
Io ho vibrato. E può non capitare mai in un vita mal interpretata.
Un battito.
Mio padre mi chiamava Luna.
Ed il mio cuore batte forte ogni volta che ci penso.
Mi ritornano in mente le tante serate spese nel chiacchiericcio fitto dei nostri ricordi.
La luce spenta, la finestra aperta, il bagliore discreto della sfera argentata. Lui disteso nel suo letto ed io seduta accanto a lui, a gambe incrociate, a raccontarci.
Chissà se fu in uno di quei momenti che sovrappose me alla luna. Mi piace pensare che fu così.
In quelle serate così nostre, i contorni della stanza sfumavano, il pudore della notte nascondeva ogni oggetto sgradito alla nostra vista e come degli attori, soltanto noi restavamo illuminati dall’eleganza di quel lieve fascio di luce.
Quante cose ci dicemmo. Recuperammo un’esistenza.
Avevo attraversato la mia vita nell’attesa di quei momenti ed essi arrivarono solo alla fine della nostra storia. Ma non ho rimpianti. C’è un momento per tutto, ed il nostro arrivò allora, e questo deve bastarmi.
Io ho vibrato. E può non capitare mai in un vita mal interpretata.
Un battito.
Etichette:
Il mio libro - Mio padre mi chiamava Luna,
M. Cristina
lunedì 21 aprile 2008
Mi trovo ad immaginare mondi che dovrei conoscere lontano anni luce dal profumo della Primavera.
E’ così convinto di vivere.
E ride e ha paura di sapere che esiste.
E sento il richiamo di ciò che è mio e non mi posso fuggire.
E sogno improbabili storie.
E un cagnolino che ha per nome due cuffie.
E interminabili musiche.
E l’illusione.
E l’ultima scena altamente spettacolare.
martedì 15 aprile 2008
Noi Italiani Solitamente Non Leggiamo a Fondo...
Troppo centrata su te stessa? Temo proprio di si; già te lo dissi! Prova a rileggere e capirai cosa volevo dire, cosa volevo comunicarti! L'appoggio che cercavo, quello che non hai voluto cogliere! Questa volta il pavone sei tu! E hai perso un colpo...
LEGGI!
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Now playing: Queen & David Bowie - Under Pressure
via FoxyTunes
LEGGI!
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Now playing: Queen & David Bowie - Under Pressure
via FoxyTunes
giovedì 27 marzo 2008
Una Giornata a Lungo Attesa
I miei piedi ciondolano,
Mi aggrappo alla ciambella che serra il torace,
Lentamente saliamo...
Al culmine trattengo l'aria,
E partiamo a velocità folle!
Loops, avvitamenti,
La mia testa, povero contenitore
Del mio bene più prezioso,
Scalcia come un mulo testardo.
Rallenta la motrice e scendo,
Mi alzo in piedi...
Barcollo.
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Now playing: Drowning Pool - Let The bodies hit the floor!
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martedì 18 marzo 2008
Filamenti di Luci Colorate
Il mio tempo,
Quell'irrintracciabile linea
Che sfugge al mio controllo,
Lo dedico ancora a te!
Perdendo, quel poco che trovo,
Con polpastrelli tremanti che volano sulla tastiera...
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Now playing: vanessa carlton - thousand miles (interlude), a
via FoxyTunes
Quell'irrintracciabile linea
Che sfugge al mio controllo,
Lo dedico ancora a te!
Perdendo, quel poco che trovo,
Con polpastrelli tremanti che volano sulla tastiera...
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Now playing: vanessa carlton - thousand miles (interlude), a
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mercoledì 12 marzo 2008
LA NOTTE
La notte, addentrandosi furtivamente, scopre e rivela tutta la verità.
Nascondendo agli occhi la tua vera natura con il suo buio affascinante e misero.
Nascondendo agli occhi la tua vera natura con il suo buio affascinante e misero.
martedì 4 marzo 2008
" IL TEMPO "
Ci fu un tempo dove
C’è stato un tempo dove
Poi è arrivato
E ancora dopo quello che non basta mai.
C’era un tempo dove
E
C’è
C’è un unico tempo.
giovedì 21 febbraio 2008
Ogni promessa è debito....
Lettera aperta ai miei due amici Polle e Paolo, ossia, i miei Castore e Polluce.
Oggi sono venuta a trovarvi, voi siete troppo pelandroni e tocca sempre a me muovermi.
Ma vi perdono, siete due omaccioni un po’ mollicci, non è colpa vostra è che io ho un’altra tempra, sono una donna!
Comunque mentre con la mia macchina cantavo a squarciagola per esorcizzare la noia della strada che mi separava da voi ho capito quanto mi mancate.
I miei due amici, i compari di letteratura, scrittura e voglia di raccontarsi. Ma come ci siete capitati in quel posto dimenticato da Dio e dagli uomini. Vedete che è come dico io? Nella vita c’è sempre una legge di compensazione. Insomma finalmente arrivo e vi ritrovo. Tutte e due superbamente folli. Ognuno alla sua scrivania, annoiati ma vitali. Vi abbraccio forte. Sono felice di vedervi, non so voi ma fa uguale. L’atmosfera è quella di sempre, l’alchimia si ricrea istantanea.
Dopo il solito lauto pranzo della mensa ci ritiriamo a chiacchierare nella vostra angusta stanza. Luogo ameno ma ci siete voi e diventa quasi bella.
Paolino legge le ultime pagine del mio nuovo libro, Pollino come al solito mi aiuta con il blog: due santi. Superate questi due prime incombenze si passa ai soliti dibattiti. Vi guardo parlare, ridere, attaccarmi, canzonarmi, siete due beceri denigratori ma vi adoro e questo evidenzia una patologia masochista del mio superbo carattere. Siete diversi eppure simili. L’inappellabile testimonianza che anche nel vostro genere (quello maschile) ci può essere qualche cosa di buono.
Parlare con voi mi ricarica, mi fate ridere e riflettere. Mi sento accolta, non sempre condivisa ma il vostro sforzo di comprendermi è encomiabili, e raro.
Rifletto sul perché sto così bene con voi, è una sensazione che comprende molte sfumature ma so qual è la risposta più importante: con voi mi sento libera. Posso dire scemate o cose profonde, sbagliare, inchiodarvi a verità ostiche, ridere od essere triste senza dovermi censurare. E questo mi sembra un regalo meraviglioso.
Non siete due uomini normali o forse siete quello che gli uomini sarebbe normale che fossero, non lo so, ma so che vi voglio bene, benissimo e sono felice di essere il terzo elemento di questo strampalato terzetto.
Vi stampo un grande bacio sui guancioni.
Alla prossima amici miei e mi raccomando andate a scoprire la storia dei due gemelli sopra citata, troverete elementi interessanti.
Sono troppo colta, troppo intelligente, mi sa che tra i tre siete voi i più fortunati, quante perle di saggezza da questa splendida donna….ohibò!!
Oggi sono venuta a trovarvi, voi siete troppo pelandroni e tocca sempre a me muovermi.
Ma vi perdono, siete due omaccioni un po’ mollicci, non è colpa vostra è che io ho un’altra tempra, sono una donna!
Comunque mentre con la mia macchina cantavo a squarciagola per esorcizzare la noia della strada che mi separava da voi ho capito quanto mi mancate.
I miei due amici, i compari di letteratura, scrittura e voglia di raccontarsi. Ma come ci siete capitati in quel posto dimenticato da Dio e dagli uomini. Vedete che è come dico io? Nella vita c’è sempre una legge di compensazione. Insomma finalmente arrivo e vi ritrovo. Tutte e due superbamente folli. Ognuno alla sua scrivania, annoiati ma vitali. Vi abbraccio forte. Sono felice di vedervi, non so voi ma fa uguale. L’atmosfera è quella di sempre, l’alchimia si ricrea istantanea.
Dopo il solito lauto pranzo della mensa ci ritiriamo a chiacchierare nella vostra angusta stanza. Luogo ameno ma ci siete voi e diventa quasi bella.
Paolino legge le ultime pagine del mio nuovo libro, Pollino come al solito mi aiuta con il blog: due santi. Superate questi due prime incombenze si passa ai soliti dibattiti. Vi guardo parlare, ridere, attaccarmi, canzonarmi, siete due beceri denigratori ma vi adoro e questo evidenzia una patologia masochista del mio superbo carattere. Siete diversi eppure simili. L’inappellabile testimonianza che anche nel vostro genere (quello maschile) ci può essere qualche cosa di buono.
Parlare con voi mi ricarica, mi fate ridere e riflettere. Mi sento accolta, non sempre condivisa ma il vostro sforzo di comprendermi è encomiabili, e raro.
Rifletto sul perché sto così bene con voi, è una sensazione che comprende molte sfumature ma so qual è la risposta più importante: con voi mi sento libera. Posso dire scemate o cose profonde, sbagliare, inchiodarvi a verità ostiche, ridere od essere triste senza dovermi censurare. E questo mi sembra un regalo meraviglioso.
Non siete due uomini normali o forse siete quello che gli uomini sarebbe normale che fossero, non lo so, ma so che vi voglio bene, benissimo e sono felice di essere il terzo elemento di questo strampalato terzetto.
Vi stampo un grande bacio sui guancioni.
Alla prossima amici miei e mi raccomando andate a scoprire la storia dei due gemelli sopra citata, troverete elementi interessanti.
Sono troppo colta, troppo intelligente, mi sa che tra i tre siete voi i più fortunati, quante perle di saggezza da questa splendida donna….ohibò!!
martedì 12 febbraio 2008
Soluzione all'Indovinello
Alzati gli occhi al cielo, in una tersa nottata di gennaio, finalmente capì chi era! Sdraiato, come dopo l'ultima fatica, vide Orione trasformarsi da combattente arcigno a leggiadra farfalla. Era solo una questione di prospettive...
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Now playing: Lole Y Manuel - Tu Mira
via FoxyTunes
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Now playing: Lole Y Manuel - Tu Mira
via FoxyTunes
giovedì 31 gennaio 2008
Cantiamo Tutti Fuori dal Coro!
Chiamami bugiardo!
Chiamami falso!
Chiamami scemo!
Chiamami illuso!
Chiamami perdente!
Ma io non ci sto!
A questa omologazione planetaria!
Al livellamento delle ideologie!
Al buonismo imperante!
Urlo e alzo la voce!
Batto i pugni sul tavolo, è l'unica cosa che mi sia rimasta!
Vuoi un consiglio?
Non mi chiamare affatto!
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Now playing: Caparezza - Iodellavitanonhocapitouncazzo
via FoxyTunes
Chiamami falso!
Chiamami scemo!
Chiamami illuso!
Chiamami perdente!
Ma io non ci sto!
A questa omologazione planetaria!
Al livellamento delle ideologie!
Al buonismo imperante!
Urlo e alzo la voce!
Batto i pugni sul tavolo, è l'unica cosa che mi sia rimasta!
Vuoi un consiglio?
Non mi chiamare affatto!
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Now playing: Caparezza - Iodellavitanonhocapitouncazzo
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martedì 29 gennaio 2008
Alziamo il livello, senza alcuna pretesa
"Non c'era stato un segno capace di essere notato,
ne la minima traccia ad indicare con assoluta certezza un cambiamento nell'aria.
Ma questa è la vita.
Ed ora è già successo".
Queste poche righe sono state da me utlizzate per introdurre un pezzo di "Chiamalo come vuoi" dal titolo "Cronoca di un giorno particolare".
Credo che possano essere le parole giuste per molti avvenimenti e anche per diverse cose che ci riguardano personalmente.
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Now playing: Jessica Harper - Old Souls (Phoenix)
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ne la minima traccia ad indicare con assoluta certezza un cambiamento nell'aria.
Ma questa è la vita.
Ed ora è già successo".
Queste poche righe sono state da me utlizzate per introdurre un pezzo di "Chiamalo come vuoi" dal titolo "Cronoca di un giorno particolare".
Credo che possano essere le parole giuste per molti avvenimenti e anche per diverse cose che ci riguardano personalmente.
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Now playing: Jessica Harper - Old Souls (Phoenix)
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lunedì 28 gennaio 2008
Indovinello...
Quale "guerriero", sdraiato, diventa una farfalla?
Giovedì vi darò dei suggerimetni...
Giovedì vi darò dei suggerimetni...
lunedì 21 gennaio 2008
Qui si batte la fiacca.
Ehi....ragazzi! Paolino... Polle....ci siete?
No, dico, che ve siete assopiti?
Avete creato questo luogo- Le riserve mentali- e poi? Dopo i primi scopiettanti inizi siete andati in riserva d'idee?
E nun se po' fa!!!!! E così nun va bene!!!
E che diamine!!!
Siamo alle solite, due baldi e possenti omaccioni, e chi la tira la carretta? Io!
E te pare...e che nun lo sapevo che finiva così. Facciamo, scriviamo, creiamo e poi, guarda là, due debosciati.
E' vero, anche la sottoscritta ha avuto il suo momento di pigrizia ma diamine, stavo promuovendo un libro, oltre che scriverne un altro e tenere un blog personale.
Comunque è chiaro: nun ce storia. La mia creatività è una spanna sopra. Si, si, si, è inutile che Paolo alza il muso e Polino borbotta tra un sigaro e l'altro. La storia è sempre la stessa, l'omini parlano e le donne smazzano. E' così da secoli figurati se proprio noi tre potevamo cambià el corso della storia.
Ma mo' basta! Me so stufata e ve vojo vede scrive.
Riprendeteve la testolina tra le mani, raccojete quelle due idee bislacche che ancora ve girano tra i neuroni e buttate giù du righe.
Se no, v'avviso, so botte da orbi a tutte e due.
Per ora la chiudo qui, ma ve tengo d'occhio.
Intanto vado a prenne il battipanni....
Ma guarda che figura me devono fa fà sti due, io l'essere più dolce della terra devo passa per na rompi scatole brontolona.
No, dico, che ve siete assopiti?
Avete creato questo luogo- Le riserve mentali- e poi? Dopo i primi scopiettanti inizi siete andati in riserva d'idee?
E nun se po' fa!!!!! E così nun va bene!!!
E che diamine!!!
Siamo alle solite, due baldi e possenti omaccioni, e chi la tira la carretta? Io!
E te pare...e che nun lo sapevo che finiva così. Facciamo, scriviamo, creiamo e poi, guarda là, due debosciati.
E' vero, anche la sottoscritta ha avuto il suo momento di pigrizia ma diamine, stavo promuovendo un libro, oltre che scriverne un altro e tenere un blog personale.
Comunque è chiaro: nun ce storia. La mia creatività è una spanna sopra. Si, si, si, è inutile che Paolo alza il muso e Polino borbotta tra un sigaro e l'altro. La storia è sempre la stessa, l'omini parlano e le donne smazzano. E' così da secoli figurati se proprio noi tre potevamo cambià el corso della storia.
Ma mo' basta! Me so stufata e ve vojo vede scrive.
Riprendeteve la testolina tra le mani, raccojete quelle due idee bislacche che ancora ve girano tra i neuroni e buttate giù du righe.
Se no, v'avviso, so botte da orbi a tutte e due.
Per ora la chiudo qui, ma ve tengo d'occhio.
Intanto vado a prenne il battipanni....
Ma guarda che figura me devono fa fà sti due, io l'essere più dolce della terra devo passa per na rompi scatole brontolona.
lunedì 14 gennaio 2008
SORRY!!!!!!
Come diceva il saggio Polle, ho commesso un errore imperdonabile: ho pubblicato due volte lo stesso post: "Ritrovarsi".
Mi scuso con tutti i lettori ma in mia difesa adduco lo stato di completa astrazione in cui sto vivendo.
Si sa, gli scrittori sono personaggi strani, vivono in una dimensio assai poco reale, veleggiano per lidi lontani e vanno presi così, con la loro follia.
Tuttavia come in ogni situazione mi premeva raccontare il lato surreale di questo episodio.
Pubblico il post. Polle, che è più giovane ed attaccato alla realtà di quanto non lo sono io, mi scrive sul mio blog dicendomi che stavo facendo la furbetta pubblicando sulle " Riserve mentali" un qualcosa di già scritto.
" Ma no Pollino, ti sbagli! Ho controllato e non c'è. Forse te l'ha fatto leggere Paolo. Sai era una sfida tra noi...ma ti pare eche pubblico due volte la stessa cosa?"
Dopo un po' mi richiama: il becero non si fidava ed era andato a controllare.
" Hai ragione, non c'è! Eppure ero convinto, mi ricordavo...non so, forse mi sono proprio rincoglionito." " E si, mica capita solo a me. " gli dico tutta gongolante.
Peccato che, in tutto quel controllare, nessuno dei due avesse pensato alla cosa più ovvia: controllare sulle "Riserve mentali."
Oggi poi telefona quell'altro bel personaggio di Paolo che bucolico, dopo giorni d'assenza con il solito muso in su - ne sono sicura-, mi dice saccente che sono totalmente matta e fuori di testa. Ma ride e di gusto ed io sono felice, perchè in mezzo a tutti i suoi casini, con la mia distrazione, sono riuscita a regalargli un po' di sana allegria.
Morale: io e Polle siamo due rimbecilliti e questo ormai è chiaro. Tuttavia sono contenta, avrò fatto una brutta figura ma il post non si sa perchè questa volta è stato più letto ed apprezzato.
Seconda morale: in ogni aspetto della vita, compese le figuracce, c'è sempre un lato surreale e quindi divertente che va goduto ed apprezzato.
Terza e più importante morale: ragazzi, la mia vena di follia funziona sempre. E su più fronti.
Un abbraccio a tutti dal mio paese delle meraviglie.
Mi scuso con tutti i lettori ma in mia difesa adduco lo stato di completa astrazione in cui sto vivendo.
Si sa, gli scrittori sono personaggi strani, vivono in una dimensio assai poco reale, veleggiano per lidi lontani e vanno presi così, con la loro follia.
Tuttavia come in ogni situazione mi premeva raccontare il lato surreale di questo episodio.
Pubblico il post. Polle, che è più giovane ed attaccato alla realtà di quanto non lo sono io, mi scrive sul mio blog dicendomi che stavo facendo la furbetta pubblicando sulle " Riserve mentali" un qualcosa di già scritto.
" Ma no Pollino, ti sbagli! Ho controllato e non c'è. Forse te l'ha fatto leggere Paolo. Sai era una sfida tra noi...ma ti pare eche pubblico due volte la stessa cosa?"
Dopo un po' mi richiama: il becero non si fidava ed era andato a controllare.
" Hai ragione, non c'è! Eppure ero convinto, mi ricordavo...non so, forse mi sono proprio rincoglionito." " E si, mica capita solo a me. " gli dico tutta gongolante.
Peccato che, in tutto quel controllare, nessuno dei due avesse pensato alla cosa più ovvia: controllare sulle "Riserve mentali."
Oggi poi telefona quell'altro bel personaggio di Paolo che bucolico, dopo giorni d'assenza con il solito muso in su - ne sono sicura-, mi dice saccente che sono totalmente matta e fuori di testa. Ma ride e di gusto ed io sono felice, perchè in mezzo a tutti i suoi casini, con la mia distrazione, sono riuscita a regalargli un po' di sana allegria.
Morale: io e Polle siamo due rimbecilliti e questo ormai è chiaro. Tuttavia sono contenta, avrò fatto una brutta figura ma il post non si sa perchè questa volta è stato più letto ed apprezzato.
Seconda morale: in ogni aspetto della vita, compese le figuracce, c'è sempre un lato surreale e quindi divertente che va goduto ed apprezzato.
Terza e più importante morale: ragazzi, la mia vena di follia funziona sempre. E su più fronti.
Un abbraccio a tutti dal mio paese delle meraviglie.
mercoledì 9 gennaio 2008
Ritrovarsi.
Libreria del centro.
Io sono lì a presentare il mio secondo libro, tu non lo sai, stai soltanto cercando un testo tecnico che ti aiuti a finire il tuo complicatissimo nuovo racconto.
Forse riconosci la mia voce, o più probabilmente, incuriosito dal gruppetto di persone che mi circondano, ti avvicini. Io come al solito parlo e nella foga del discorso non mi accorgo che ormai sei accanto a me. Resti fermo, sorridi ed aspetti, sai che prima o poi le chiacchiere concederanno al mio sguardo di voltarmi e riconoscerti. Finalmente mi giro ed un’emozione grande spalanca verso di te un sorriso gioioso.
Paolino!!!
E ti abbraccio forte. Tu ridendo, contraccambi. Poi sempre sorridendo ti scosti un po’, mi guardi e dici convinto che si, sono sempre io, non sono cambiata e questo taglio di capelli tutto sommato, mi sta proprio bene. Ti abbraccio ancora più forte.
Mi chiamano ma ho voglia di parlarti.
“ Mi aspetti?” ti chiedo “ Potremmo prenderci una cosa insieme e raccontarci questi anni”.
Guardi l’orologio e come al solito te la tiri un po’, poi alzi il muso verso l’alto, come fai sempre, e con aria un po’ sostenuta dici: “ Va bene, ti aspetto!”
Sono contenta, quest’incontro inaspettato mi fa veramente piacere e forse l’aspettavo da un po’.
Dopo una decina di minuti riesco a svincolarmi e ti raggiungo. Sotto braccio ci avviamo all’uscita.
Per la strada iniziamo a parlare, le domande si susseguono alle risposte che corrono veloci.
Finalmente troviamo un luogo dove sederci a bere una cosa e ci ritroviamo come qualche anno fa, uno davanti all’altra, a parlare fitto fitto, di noi, di questi anni in cui non ci siamo visti, dei nostri libri, degli amici comuni.
Mi sei mancato.
Come ho fatto a stare senza i nostri ingarbugliati discorsi, senza la schiettezza dei tuoi folli commenti?
Tu ridi spesso ai miei racconti ed io capisco che anche tu hai sentito la mia mancanza.
Ma perché non ci siamo più visti?
Non ti sembra vero che te lo chieda ed attacchi il solito sermone sulla mancanza di quotidianità e, soddisfatto, affermi che evidentemente avevi ragione tu quando sostenevi che l’amicizia ha bisogno di frequentazione.
Ma anche io non ho cambiato idea e non mollo, al contrario, ti guardo con aria di sfida dritto negli occhi e ti dico che il non vedersi non ha cambiato di una virgola il mio affetto per te e che parlarti è sempre un gran piacere. Tu sei contento, forse non te l’aspettavi o forse non ti aspettavi tutto questo entusiasmo, questa intatta voglia di ritrovarsi. Ma io sono io, te l’ho sempre detto e le infinite ore passate a parlare con te non sono sfumate nel nulla. Tu sei scettico, esattamente come mi aspettavo, e mi dici che sarà comunque difficile ristabilire il legame di qualche anno fa.
“ Ah si, credi?”
“ Si, penso di si.” Mi rispondi asciutto.
“ Bene, guarda l’orologio, ti sei accorto quante ore sono che stiamo qui a filosofeggiare?
“ Cazzo! Le due!”
E già Paolino, sono proprio le due di notte e tu non te ne sei neanche reso conto. A questo punto chi di noi due aveva ragione?
Io sono lì a presentare il mio secondo libro, tu non lo sai, stai soltanto cercando un testo tecnico che ti aiuti a finire il tuo complicatissimo nuovo racconto.
Forse riconosci la mia voce, o più probabilmente, incuriosito dal gruppetto di persone che mi circondano, ti avvicini. Io come al solito parlo e nella foga del discorso non mi accorgo che ormai sei accanto a me. Resti fermo, sorridi ed aspetti, sai che prima o poi le chiacchiere concederanno al mio sguardo di voltarmi e riconoscerti. Finalmente mi giro ed un’emozione grande spalanca verso di te un sorriso gioioso.
Paolino!!!
E ti abbraccio forte. Tu ridendo, contraccambi. Poi sempre sorridendo ti scosti un po’, mi guardi e dici convinto che si, sono sempre io, non sono cambiata e questo taglio di capelli tutto sommato, mi sta proprio bene. Ti abbraccio ancora più forte.
Mi chiamano ma ho voglia di parlarti.
“ Mi aspetti?” ti chiedo “ Potremmo prenderci una cosa insieme e raccontarci questi anni”.
Guardi l’orologio e come al solito te la tiri un po’, poi alzi il muso verso l’alto, come fai sempre, e con aria un po’ sostenuta dici: “ Va bene, ti aspetto!”
Sono contenta, quest’incontro inaspettato mi fa veramente piacere e forse l’aspettavo da un po’.
Dopo una decina di minuti riesco a svincolarmi e ti raggiungo. Sotto braccio ci avviamo all’uscita.
Per la strada iniziamo a parlare, le domande si susseguono alle risposte che corrono veloci.
Finalmente troviamo un luogo dove sederci a bere una cosa e ci ritroviamo come qualche anno fa, uno davanti all’altra, a parlare fitto fitto, di noi, di questi anni in cui non ci siamo visti, dei nostri libri, degli amici comuni.
Mi sei mancato.
Come ho fatto a stare senza i nostri ingarbugliati discorsi, senza la schiettezza dei tuoi folli commenti?
Tu ridi spesso ai miei racconti ed io capisco che anche tu hai sentito la mia mancanza.
Ma perché non ci siamo più visti?
Non ti sembra vero che te lo chieda ed attacchi il solito sermone sulla mancanza di quotidianità e, soddisfatto, affermi che evidentemente avevi ragione tu quando sostenevi che l’amicizia ha bisogno di frequentazione.
Ma anche io non ho cambiato idea e non mollo, al contrario, ti guardo con aria di sfida dritto negli occhi e ti dico che il non vedersi non ha cambiato di una virgola il mio affetto per te e che parlarti è sempre un gran piacere. Tu sei contento, forse non te l’aspettavi o forse non ti aspettavi tutto questo entusiasmo, questa intatta voglia di ritrovarsi. Ma io sono io, te l’ho sempre detto e le infinite ore passate a parlare con te non sono sfumate nel nulla. Tu sei scettico, esattamente come mi aspettavo, e mi dici che sarà comunque difficile ristabilire il legame di qualche anno fa.
“ Ah si, credi?”
“ Si, penso di si.” Mi rispondi asciutto.
“ Bene, guarda l’orologio, ti sei accorto quante ore sono che stiamo qui a filosofeggiare?
“ Cazzo! Le due!”
E già Paolino, sono proprio le due di notte e tu non te ne sei neanche reso conto. A questo punto chi di noi due aveva ragione?
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